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Dalla disperazione alla salvezza – Nunzia V.

La storia di Nunzia v.

Dalla disperazione alla vita

“Io riconosco che tu puoi tutto e che nulla può impedirti di eseguire un tuo disegno. Chi è colui che senza intelligenza offusca il tuo disegno? Sí, ne ho parlato; ma non lo capivo; sono cose per me troppo meravigliose e io non le conosco. Ti prego, ascoltami, e io parlerò; ti farò delle domande e tu insegnami! Il mio orecchio aveva sentito parlare di te ma ora l'occhio mio ti ha visto."
‭‭-Giobbe ‭42‬:2-5‭ ‭‬‬

Sono Nunzia e desidero raccontare come ho conosciuto Gesù e quanto ha fatto per me. Sono cresciuta in una famiglia non cristiana, ma nonostante ciò avevo sani principi morali che hanno fatto sì che non mi affacciassi troppo a cose sbagliate; alcune volte però, mi vietavano persino tutto ciò che era lecito fare, rendendomi un’adolescente infelice, tanto che ho tentato più di una volta il suicidio.

Un nuovo inizio
Un giorno, una mia amica mi parlò di Gesù e mi invitò in una chiesa evangelica. Entrando lì, Gesù toccò la mia vita e incominciai fin da subito ad attaccarmi a questa nuova verità. Una sera, mentre leggevo la Bibbia, un versetto toccò profondamente il mio cuore in Atti 3:19-20: “Ravvedetevi dunque e convertitevi, perché i vostri peccati siano cancellati e affinché vengano alla presenza del Signore dei tempi di ristoro e che Egli mandi il Cristo che vi è stato predestinato, cioè Gesù”. Oh, gloria sia a Dio! In quell’istante passarono davanti agli occhi tutti i miei peccati. Chiesi perdono a Dio, trovandomi in un mare di lacrime, e Gesù mi lavò con il Suo sangue, perdonandomi da tutti i miei peccati.

Il giorno dopo, svegliandomi, mi accorsi che avevo una pace profonda nel mio cuore. Era Gesù, la nuova vita in me. Iniziai così questo meraviglioso cammino con Gesù, che ha fatto tanto bene a me e alla mia famiglia.

Incidente inaspettato
Un giorno, mentre pulivo una finestra al terzo piano, l’anta si aprì improvvisamente e mi trovai aggrappata a una maniglia, proiettata verso il basso. Compresi che sarei caduta e che non c’era nulla da fare per evitarlo. Pensai più volte “devo cadere” e alla terza volta che ripetetti questo, sentii una voce rassicurante che mi disse: “Adesso cadrai, ti farai male, ma non morirai. Non temere“. Subito dopo quelle parole, non ebbi più appoggio alla maniglia. Durante la caduta urtai prima sulla finestra del piano sottostante, capovolgendomi, e poi mi schiantai al suolo sul bordo di una grande pianta.

Tutto si fermò dentro di me, non avevo più respiro. Mi resi conto che non avevo nessun potere sul mio corpo. In un attimo passarono davanti agli occhi miei miei tre figli: Alessia, Serena e Danilo, e compresi che forse li stavo per lasciare definitivamente. Due volte mi dissi: “Sto morendo“, ma Dio non lo permise. In un attimo sentii come soffiarmi in viso e lentamente iniziai di nuovo a respirare.

Soccorso
Successivamente, fui soccorsa dall’ambulanza e mi portarono in ospedale. Iniziò così il mio calvario. Dovetti stare su una spinale per 30 ore per poi essere trasferita perché la struttura non era adatta ai problemi che avevo. Purtroppo, in tutta la regione non c’era posto per me. Ero molto provata, non respiravo a sufficienza, avevo dolori atroci e non ero nemmeno in grado di pregare perché i dolori mi avevano stremata. Riuscivo soltanto a ripetere debolmente: “Mio Dio, abbi pietà di me“.

Nei miei pensieri dicevo al Signore: “Perché mi abbandoni? Non c’è nessun posto in nessun altro ospedale in tutta la Campania. Ma io non sono una tua figliuola?“. Dio non fu indifferente alle mie parole e subito mi trasferirono al Cardarelli di Napoli. Il primario disse che avevo subito la rottura di due costole sotto lo sterno, un enfisema polmonare sinistro, una rottura al polmone destro, tre ematomi al fegato di cui uno pericoloso perché a loro avviso era penzolante. Se fosse caduto, il fegato, avrebbe potuto provocare una pericolosa emorragia interna. Inoltre, avevo enormi tumefazioni per il corpo. Così, mi portarono in sala operatoria e mi misero un drenaggio al polmone destro.

L’aiuto
Ho visto la gloria di Dio, miei cari. Dio non ha lasciato nulla al caso in questa prova. È stato fedele in ogni attimo durante quel percorso difficile che ho dovuto vivere. Si è preso cura di ogni membro della mia famiglia mentre ero in ospedale, e la Chiesa organizzò tre turni giornalieri per assistermi.

Ogni giorno con la sua presenza parlava al mio cuore. Ricordo bene che desideravo uno specchio per guardarmi in viso. Senza saperlo, un amico di famiglia, quando venne in ospedale a trovarmi, me lo portò. Era a forma di cuore, sul quale c’era scritto “Dio è grande“. Mentre mi specchiavo, sentii quella voce dolce che mi sussurrava: “Guardati“, ed io compresi che era Gesù che attirava la mia attenzione. Mi guardai, ed Egli disse: “Hai visto come sono stato grande?“.

Caro lettore, se volessi raccontarti in questa prova quante cose ha fatto Dio per me, come mi ha assistita, le profonde consapevolezze e come mi ha fatto crescere, non basterebbero pagine. Ma voglio dire almeno questo: ho compreso cos’è Dio: è l’amore che sostiene, aiuta, soccorre, perdona, ama, vince, sopporta e salva!
Posso dire come Giobbe: “Avevo sentito parlare di te, ma ora l’occhio mio ti ha visto“.

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